13 settembre 2019

ARIANNA LA PRIMA APP PENSATA PER IL PAZIENTE CON OCCHIO SECCO

ROSSORE, SCARSA LACRIMAZIONE E SENSAZIONE DI PRURITO SONO I SINTOMI, IL PROBLEMA SI ACCENTUA CON IL PASSARE DEGLI ANNI E L’USO INTENSO DI COMPUTER E SMARTPHONE. UNA APP AIUTA A CONTROLLARE IL DISTURBO

di Livia Gamondi

PUBBLICATO IL 13 settembre 2019 SU CORRIERE DELLA SERA/SALUTE

Bruciore, occhi rossi, secchi, e una sensazione di prurito sempre più fastidioso. È la sindrome dell’occhio secco, colpisce una persona su tre nel mondo ed è in aumento a causa del troppo tempo passato davanti a pc e smartphone, degli ambienti condizionati e dell’inquinamento. In particolare dopo i 40-50 anni, e le donne sono maggiormente esposte, soprattutto durante la menopausa. L’occhio secco è una vera e propria malattia cronica, ma non sempre chi ne soffre riesce ad avere una risposta immediata al problema. Lo confermano anche i risultati di una recente indagine telefonica, in cui quasi il 62% degli intervistati ha dichiarato di essersi rivolto ad almeno 2 specialisti per avere una risposta soddisfacente. E per il 56 percento sono stati necessari da 6 mesi fino ad un anno.
«I sintomi sono diversi e vari» spiega Pasquale Aragona,docente di Oftalmologia presso l’Università di Messina «per esempio bruciore e dolore agli occhi, secchezza, arrossamento, lacrimazione eccessiva, sensazione di corpo estraneo, visione offuscata, fotofobia, riduzione della capacità di lettura e di guida. Ciascuno di questi fattori può di per sé già limitare notevolmente la vita quotidiana di chi ne soffre: se si considera il fatto che spesso si verificano contemporaneamente, è facile capire come la situazione possa generare nei pazienti anche ansia e depressione, come emerso in alcuni studi internazionali».


Pazienti più attenti e consapevoli

In passato l’occhio secco veniva considerato solo un fastidio passeggero, con il rischio di incorrere problematiche più serie. Ora è riconosciuta per ciò che è, una malattia cronica e come tale deve essere trattata e il ruolo del paziente è fondamentale. Una conferma di questo nuovo atteggiamento emerge dall’indagine: l’82 percento degli intervistati considera infatti la sindrome dell’occhio secco una malattia cronica a tutti gli effetti, e il 53 percento fissa infatti visite di controllo con una frequenza di 3 – 6 mesi. «Anche nel caso dell’occhio secco si possono verificare difficoltà di aderenza alla terapia» piega Pierangela Rubino, dirigente medico specialista in oculistica presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Parma. «Per esempio, il fatto di non considerarla una “malattia” sminuisce la necessità di un approccio a lungo termine. Il paziente sta meglio e interrompe la cura, poi peggiora e pensa che, riprendendola, possa migliorare; ma i fattori che hanno modificato il sistema della superficie oculare e innescato il circolo vizioso impiegano del tempo affinché si riducano i danni, se questi nel frattempo non sono già diventati irreversibili. È importante prendere coscienza della cronicità della patologia, ma anche delle fluttuazioni che la caratterizzano. Esistono infatti vari fattori di rischio che possono riacutizzare o peggiorare la sintomatologia. Come l’esposizione al sole o l’utilizzo di lenti a contatto, e per questo motivo è importante un follow up continuativo».


La app che collega medico e paziente

Si chiama “Arianna Eye Care” ed è la prima app pensata per il paziente che soffre di questa patologia. Permette di mantenere il collegamento tra paziente e medico tra una visita e la successiva.

È gratuita, disponibile per Ios e Android, ed è promossa dal Registro Italiano dei pazienti con Disfunzione Lacrimale, con il contributo di Thea Farma. «L’obiettivo dell’applicazione è accompagnare il paziente nella gestione della malattia dell’occhio secco in modo più continuativo ed efficace» spiega Maurizio Rolando, presidente del Registro Italiano dei pazienti con Disfunzione Lacrimale e Professore di Oftalmologia presso IsPre Oftalmica di Genova. Il funzionamento di Arianna è semplice, e facilmente utilizzabile anche da persone non più giovanissime e che sono maggiormente soggette dalla malattia. «Durante la visita – spiega Rolando – il medico può fornire al paziente un link dal quale scaricare la app. Questa manderà in tempi stabiliti delle notifiche al paziente, chiedendogli di segnalare in modo molto semplice come sta. Basterà toccare un pulsante costituito da un simbolo tipo smile, scegliendo l’alternativa che più rappresenta le sue condizioni al momento, sia per quanto riguarda la frequenza, che l’entità del disturbo. E segnalare se i sintomi sono cambiati in meglio o in peggio e se sta utilizzando costantemente la terapia prescritta o se ha cambiato farmaco e/o posologia».

 

PUBBLICATO IL 13 settembre 2019 SU CORRIERE DELLA SERA/ SALUTE

https://www.corriere.it/salute/19_settembre_13/sindrome-dell-occhio-secco-malattia-sempre-piu-diffusa-f1b79402-d60d-11e9-8d78-c16bbb32544a.shtml?refresh_ce-cp